Reati tributari a rischio esplosione

Le principali novità in materia penal-tributaria e le prospettive per il settore. Ne parliamo con Francesco Colaianni, founding partner dell’omonimo studio legale e tributario.

Quali sono le principali novità normative e criticità emerse nel 2020 in materia penal-tributaria?
In materia penal-tributaria sono numerose le novità introdotte tra la fine del 2019 e l’estate del 2020 dalla L. 19/12/19 n. 157, di conversione del D.L. 26/10/19 n. 124, e dal D.lgs. 14/7/20 n. 75. Tre sono gli aspetti su cui si concentrano le novità introdotte: un significativo inasprimento del trattamento sanzionatorio per i reati tributari di cui al D.lgs. 74/00 (ad eccezione dei reati di omesso versamento) tramite l’abbassamento delle soglie di punibilità e l’innalzamento delle pene edittali, che determinerà -tra l’altro- un allungamento del termine di prescrizione, l’obbligatorietà dell’Udienza Preliminare per la maggioranza dei procedimenti, la possibilità di applicare la custodia cautelare in carcere non più soltanto per i reati di frode; l’introduzione della confisca “allargata” o “per sproporzione” per i medesimi reati tributari, misura eccezionale, a suo tempo pensata per colpire i fenomeni di criminalità organizzata. In presenza di condanna (o patteggiamento) per un reato tributario sarà possibile confiscare non solo il profitto del reato per cui vi è stata condanna, ma anche quei beni costituenti un patrimonio ritenuto sproporzionato rispetto al reddito dichiarato, salvo venga provata la legittima provenienza degli stessi. Indipendentemente dalla natura di “manifesto politico” della norma, non credo che avrà frequente applicazione, sia per le difficoltà applicative/interpretative, sia per il fatto che la misura sarà adottabile soltanto nei confronti delle persone fisiche; ben diversa e maggiore portata avrà l’inserimento, quale presupposto per la responsabilità dell’Ente ex D.lgs. 231/01, di gran parte dei reati tributari di natura fraudolenta e non (questi ultimi soltanto quando siano connotati dalla transnazionalità e comportino un’evasione Iva non inferiore ad € 10.000.000). La novella, che consentirà il sequestro e la confisca dei beni dell’ente, anche “per equivalente”, si pone tuttavia in contraddizione con l’art. 13 c. 2 D.lgs. 74/00: infatti, il ravvedimento dell’amministratore/persona fisica volto ad usufruire di un’esimente, automaticamente costituirebbe una denuncia contro quel soggetto -la società rappresentata- che ha tratto vantaggio dall’illecito tributario.

Quali saranno a suo avviso le prossime evoluzioni?
Con l’estensione della responsabilità dell’Ente ai reati tributari si presenterà con maggior frequenza il problema dell’eccessivo carico punitivo per lo stesso fatto, con la conseguente moltiplicazione di procedimenti ed il riproporsi del tema del “ne bis in idem”. La crisi conseguente alla pandemia determinerà inevitabilmente un incrementarsi delle procedure di crisi d’impresa e un incremento delle denunce per reati di omesso versamento per carenza di liquidità. Sarà pertanto indispensabile una riflessione volta a coordinare questi ultimi con le suddette procedure, nonché un approfondimento delle circostanze che escludano la colpevolezza delle condotte di omesso versamento, quali la forza maggiore, l’assenza di dolo e l’inesigibilità soggettiva della condotta.

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